I synthscapes di Caterina Barbieri ti trasporteranno in una dimensione diversa
Ascoltare la musica di Caterina Barbieri è un'esperienza profondamente profonda. Il compositore italiano ha trascorso gli ultimi dieci anni creando paesaggi sintetici trascendentali che si dispiegano gradualmente nel tempo, con melodie modulari celestiali che proiettano gli ascoltatori in dimensioni ultraterrene. In Myuthafoo, il quinto album del musicista, Barbieri esplora gli effetti psicofisici del suono con composizioni basate su schemi che si espandono, trasmutano e adottano una vita propria. "Sono interessata agli usi creativi della ripetizione come forma di psichedelia", inizia. "È uno strumento molto importante nella musica per ipnotizzare e condurre l'ascoltatore in uno stato di coscienza più elevato."
L'artista bolognese è entrata in scena per la prima volta nel 2017 con il suo album rivoluzionario Patterns of Consciousness, che esplorava come i modelli sonori possano letteralmente alterare la coscienza. Ciò si sperimenta al meglio nei suoi spettacoli dal vivo, spesso ambientati in luoghi non convenzionali – parcheggi abbandonati, cave di marmo, l’Etna – che giocano con lo spazio e le dimensioni per evocare sensazioni di vastità. Spesso considerata come una delle voci più brillanti dei sintetizzatori modulari - ha imparato a usare sintetizzatori vintage al famoso Elektronmusikstudion di Stoccolma, esibendosi ovunque, dalle sale da concerto alla Boiler Room - la sua musica è carica di sperimentalismo con sfumature teoriche, basandosi su una lunga tradizione di compositori (Laurie Anderson, Pauline Oliveros) utilizzando l'ascolto quantistico per abitare i piani meditativi dell'esistenza.
Myuthafoo è un anagramma di "Math Of You", una traccia del disco, ed esiste come album gemello di Ecstatic Computation del 2019 - "è uscito dallo stesso flusso creativo", spiega. Attraverso sei nuove tracce, l'album si basa sul metodo esistente di Barbieri, che fonde sequenze analogiche e creative per evocare melodie semi-casuali e dove la macchina assume un ruolo attivo nel modellare il suono. "Puoi giocare con l'imprevedibilità e il caos che le macchine possono portare, perché ti ritroverai con incidenti felici", spiega. "Giocare con queste macchine è un po' come accettare questa visione della vita: la vita è caos, e talvolta è anche molto violenta."
Per Barbieri l'esperienza di lavorare con la macchina è intrinsecamente spirituale. Tracciando parallelismi con la parola "oggetto", la cui radice latina si traduce in "resistenza opposta", descrive il dialogo continuo tra lei e l'hardware analogico, lavorando con i suoi limiti per incanalare la bellezza del mondo naturale. "I modulari sono entità che si oppongono alla resistenza in un senso molto profondo", sottolinea. "La tensione crea un elemento rituale perché per far sì che lo strumento faccia quello che vuoi, devi passare del tempo con esso."
Questa filosofia personale nei confronti del suono e delle sue trasmutazioni viene sperimentata al meglio nei suoi spettacoli dal vivo, dove la musica si trasforma come un organismo vivente, alimentando le sue composizioni prima che si cristallizzino in forma discografica: "È il nucleo della mia pratica perché la musica è davvero questo vivere organismo che continua a svilupparsi." Attraverso questo caos, l’impermanenza e l’imprevedibilità delle macchine, Barbieri guida gli ascoltatori attraverso un viaggio transdimensionale che si allontana dai binari mente-corpo in un regno metafisico, dove tecnologia e biologia si intrecciano e le strutture temporali del passato e del presente si dissolvono. "La vita è troppo bella per essere domata", dice.
L'intima connessione tra uomo e natura è centrale nella pratica di Barbieri. La sua musica ti porta fuori dal tuo corpo. "Quando ascolti il suono, diventi quel suono e diventi iperrecettivo a ciò che ti circonda e alle altre persone", spiega. Ci consente di uscire dal sé individuale, avvicinandoci a un modo di essere interconnesso e stabilendo connessioni più profonde con la Terra e tra noi. Come dice Barbieri: "Quella sensazione reale di perdere davvero i confini del tuo ego e di fonderti davvero in una prospettiva sempre più ampia in cui sei in contatto con qualcosa di più grande che è la natura o il cosmo".